La dentiera: ecco cosa non puoi non sapere.

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Pic by Caitlin Stout

La perdita o la mancanza di elementi dentali che non possono essere ripristinati con soluzioni definitive (come impianti singoli o ponti su pilastri dentali/implantari o protesi totali fisse su impianti -chiamate Toronto-) per motivi differenti (biologici, economici, difficoltà motorie nella gestione domiciliare) possono richiedere come alternative terapeutiche funzionali delle protesi dentali rimovibili ad appoggio mucoso (gengivale) o implantare (Overdenture). Esse possono essere totali -se occupano l’intera arcata dentaria- o parziali (scheletrati), cioè agganciati agli elementi adiacenti tramite ganci in metallo o resina. Esse hanno la caratteristica di poter essere rimosse in qualsiasi istante, in modo da facilitare le procedure di igiene orale domiciliare. La gestione di questi manufatti, però, richiede la stessa cura scrupolosa che si deve dedicare ai denti naturali: è credenza comune, infatti, che essendo dei denti “finti”, questi siano immuni da infiammazioni, dolori e sanguinamenti.

Innanzitutto, alla consegna delle protesi, il paziente deve essere informato dei possibili (transitori) disagi , che possono presentarsi nelle successive 2-3 settimane.

1. DOLENZIA: la protesi fa male nei punti di appoggio (palato o gengive).

2. FONAZIONE: la lingua si deve abituare a posizionarsi in maniera tale da articolari nuovamente suoni e parole.

3. SECREZIONE SALIVARE: calzare una protesi dentale può alterare la produzione di saliva, generalmente se ne produce di più (scialorrea). I soggetti anziani che assumono uno o più farmaci possono invece manifestare fauci secche dovute proprio a questi ultimi: i medicinali possono avere infatti effetti collaterali come iposalivazione e l’ingombro della protesi non fa circolare nemmeno quella prodotta.

4. ALIMENTAZIONE: anche la funzione masticatoria può richiedere una fase di assestamento. I primi giorni è meglio preferire sostanze liquide, morbide e fresche per passare gradualmente a quelle semi-solide e solide e più calde.

5. PERCEZIONE DEL GUSTO: ne possono essere soggetti coloro che hanno una protesi totale superiore removibile, a causa della copertura del palato.

La manutenzione della protesi a livello di igiene personale domiciliare va eseguita ogni qualvolta ci si lavi i denti. Gli studi sono concordi nel ritenere opportuni e adeguati, 3 spazzolamenti al giorno. Il metodo più semplice ed economico prevede l’uso di acqua, detergente neutro (sapone di Marsiglia o liquido per piatti – sì, sì avete letto bene!-) e lo spazzolino per protesi. Quest’ultimo è dedicato alla SOLA detersione della dentiera e non va assolutamente usato per i denti naturali poiché presenta una testina molto grossa e delle setole molto dure e spesse, quindi traumatiche per i tessuti. Strofinare con energia lo spazzolino finché si rimuovono i depositi di placca e cibo soprastanti; al termine della procedura, risciacquare bene per eliminare il sapone e asciugare la dentiera; infine riporla nell’apposito porta-protesi (che va mantenuto anch’esso pulitissimo: 2 persone su 3 non lo fanno!!!). In commercio esistono anche altri detergenti specifici in soluzione liquida o in compresse, generalmente disinfettanti. Le pastiglie effervescenti vanno fatte sciogliere in un bicchiere di acqua e, una volta introdotta anche la protesi, vanno lasciate agire per massimo mezz’ora: al termine della procedura sciacquare bene.

Il trucco in più? Mentre spazzolate la dentiera, può capitare che vi sfugga dalle mani e che cada nel lavandino: se riempite di acqua quest’ultimo, avete meno possibilità che la protesi si rompa!

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pic via Pinterest

MAI LASCIARE LA DENTIERA IMMERSA NELLA SOLUZIONE PER TUTTA LA NOTTE perché sarebbe favorita la proliferazione di batteri e funghi. Durante i momenti di sonno, è bene rimuovere la dentiera per far riposare i tessuti dento-osseo-gengivali che la supportano: è ancora meglio che ogni giorno per 6/8 ore non vi sia alcuna pressione esercitata, consentendo dunque una ripresa dei sostegni anatomici.

In caso di protesi totali removibile, l’appoggio mucoso gengivale va pulito con una garzina imbevuta di fisiologica oppure con uno spazzolino a setole morbide, eseguendo movimenti delicati ma efficaci. In caso di scheletrati procedere alla detersione come sopra, ma i denti naturali vanno lavati normalmente con le usuali procedure consigliate dal vostro dentista o igienista dentale. In caso di overdenture, la protesi va rimossa e pulita come detto precedentemente e gli attacchi implantari vanno lustrati tanto da farli rimanere del loro tipico aspetto lucido.

Le protesi sono dispositivi artificiali, pertanto necessitano costanti controlli da parte del dentista, soprattutto nella fase iniziale. Una volta accertato che tutto proceda per il meglio, ricordatevi che nel tempo esse possono essere soggette a ribasature, ovvero a riadattamenti, laddove si verifichi un fisiologico assorbimento della cresta ossea di supporto, quando la ritenzione con le paste adesive inizia ad essere una soluzione poco efficace.

Le protesi sono create dal laboratorio odontotecnico a partire dalle impronte dentali (cioè dei veri e propri calchi della bocca) fatti in studio dal dentista, pertanto sono strettamente personali! Nonostante ciò, è capitato a tutti di vedere dal vivo o in fotografia delle improbabili bancarelle di dentiere usate (verosimilmente di qualche proprietario ormai defunto): vi assicuro che non è una pratica presente solo in paesi in via di sviluppo ma anche qua da noi… fortunatamente non è così diffusa.

Se avete un parente portatore di dentiera o lo siete voi stessi, ricordatevi che per qualsiasi dubbio, fastidio o problema non dovete esitare a contattare il vostro riferimento di fiducia, che saprà come prendersi cura del vostro nuovo sorriso!

Ottobre 26, 2018

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